Recensione: Portami Lassù di Cristina Giordana

 Buongiorno cari lettori,

oggi vi parlo di "Portami Lassù" di Cristina Giordana che ringrazio tantissimo per l'opportunità che mi ha dato.

Titolo: Portami Lassù

Autore: Cristina Giordana

Editore: Mondadori

Genere: Narrativa


Serie: Autoconclusivo

Uscita: 23 Ottobre 2018

Formato: Digitale/Cartaceo
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Prezzo: Ebook 9,99 euro / Cartaceo 18,00 euro

Mi chiamavo Luca Borgoni, avevo 22 anni. Stavo per laurearmi ed entrare in quella fase della vita in cui ogni giorno si è meno “ragazzi” e più “uomini”, e la domanda “Che cosa farai da grande” si trasforma in “Adesso che fai?”. Sabato 8 luglio 2017 mi avventurai su per il Cervino, in Valle d’Aosta. Era una bella giornata ed era cominciata alla grande. Finì nel peggiore dei modi. Mentre mi issavo su per una parete verticale, le mie mani mancarono la presa. Che volete che vi dica? Andai su e non tornai indietro. Però mettete via i fazzoletti, questa non è una storia lacrimevole. Non mi importa niente di commuovervi e roba simile, la vita è troppo breve per prenderla per il verso sbagliato.” La storia di Luca Borgoni è una storia vera. Ed è una storia clamorosa. Una di quelle storie che hanno una tale energia interiore da continuare anche quando finiscono. Non a caso sua mamma Cristina l’ha scritta usando la prima persona di Luca. Suo figlio aveva il talento dello sport e una grande passione: la montagna. A piedi, di corsa, in cordata, con le pelli di foca, in snowboard. Nei rifugi, al fuoco dei bivacchi, vento in faccia sui crinali più esposti. Luca passava gran parte del suo tempo libero a sfidare i monti, la sua palestra naturale e inimitabile. Durante l’incidente sul Cervino si stava allenando per un nuovo, esaltante obiettivo: la scalata del Dhualagiri, una delle vette che guardano noncuranti il mondo da oltre ottomila metri d’altezza. Qualche mese prima Luca aveva vinto un concorso fotografico che metteva in palio quell’impresa guidata da un esperto scalatore professionista. Ma prima della partenza le sue mani avevano mollato la presa sulle rocce del Cervino. A quel punto, una serie di coincidenze e di segni provenienti da un’altra dimensione fanno scattare un’impresa nell’impresa: portare una foto di Luca sulla vetta del Dhualagiri. Realizzare il suo sogno. Chiudere il cerchio di una vita spezzata. E nell’ottobre dello stesso anno, un’eroica staffetta di scalatori ha piantato una sua foto sulla vetta tanto agognata, abbracciata da una sciarpa tibetana.


“Portami Lassù” è un libro che avrei dovuto leggere qualche mese fa e purtroppo sono riuscita a farlo solo ora, questo perché ho vissuto dei mesi intensi e difficile ed ero davvero spaventata nel leggere questo libro temendo di non riuscirlo ad apprezzarlo fino in fondo. Per questo motivo voglio chiedere scusa a Cristina Giordano.

Non voglio scrivere una classica recensione per questo libro, sia perché le parole non possono essere abbastanza per descriverlo ma soprattutto perché non mi sento all’altezza di parlarvi di questo libro. Inutile parlare delle scelte stilistiche o della caratterizzazione dei personaggi, perché non è questo l’intento dell’autrice. Ciò che lei ha voluto fare è stato ricordare il figlio e trasmettere messaggi più profondi.

 “Portami lassù” è una storia vera che racconta di Luca, un ragazzo ventiduenne prossimo alla laurea che la vita si è preso troppo presto. Sabato 8 Luglio 2017 la sua vita è stata interrotta cadendo dal monte Cervino mentre stava facendo ciò che più amava nella sua vita. Con questo libro conosciamo Luca le sue passioni, il suo amore per la montagna, è un ragazzo forte, coraggioso e pronto a tutto pur di vivere al massimo fino infondo. Il suo sogno più grande era scalare la montagna del Dhualagiriin in Nepal ma la vita non glielo ha permesso, però un suo grandissimo amico Davide si è lanciato in quest’avventura per poter avverare il suo ultimo sogno.

La vita non è stata clemente con lui e ne con la sua famiglia. Ma la mamma Cristina e autrice di questo libro ha voluto renderlo invincibile, eterno raccontando di lui, ai giornali, a emittenti televisive e scrivendo la sua storia. Da questa pagine  si respira la forza di questa famiglia di non arrendersi nonostante un dolore così grande la voglia di continuare a lottare.

È una storia intensa ma come dice anche l’autrice non vuole far piangere, vuole fare ricordare e riflettere. Sicuramente Luca e la sua storia mi hanno colpito nel profondo , avendo quasi la sua età come posso restare impassibile? Ciò che vogliono raccontarci attraverso queste pagine è la forza, non arrendersi mai, continuare a lottare sempre. Una storia d'amore in tutte le sue forme.

La storia viene narrata in prima persona da Luca e ammetto che l’ho trovata una scelta leggermente inquietante e con l mie parole non voglio assolutamente mancare di rispetto a nessuno, capisco il legame e il rapporto che lega madre e figlio ma personalmente non ho apprezzato la scelta.

Questo libro non va considerato come una classica lettura leggere da fare per staccare la spina, è un libro intenso sia per la storia ma anche per le tematiche trattate che forse non tutti riuscirebbero a comprendere fino in fondo. Non è una biografia perché racconta la storia di Luca e della sua famiglia da qualche giorno prima quello fatidico. E allo stesso tempo non è un libro sulla montagna o sull’arrampicata. È un qualcosa che va oltre.





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