Il Tallone di Ferro di Jack London [Review Party]


Buon pomeriggio a tutti,
oggi vi parlo di un distopico di inizio '900 che fa riflettere davvero molto. Si tratta de "Il Tallone di Ferro" di Jack London che esce oggi in una veste tutta nuova grazie all'Oscar Mondadori.

Titolo: Il tallone di ferro

Autore: Jack London


Editore: Oscar Mondadori

Genere: Distopico


Uscita: 1908

Formato: Digitale/Cartaceo

Prezzo: Ebook 4,99 euro / Cartaceo 9,50 euro

California, anno 419 della Fratellanza dell'Uomo, XXVI secolo dell'era volgare.
Lo storico Anthony Meredith ritrova nascosto nel tronco di una quercia il Manoscritto che Avis, moglie e compagna del rivoluzionario Ernest Everhard, ha lasciato incompiuto nel 1932, prima di essere giustiziata dai Mercenari dell'Oligarchia. Nelle pagine scrupolosamente annotate da Meredith si narrano «gli anni turbolenti compresi fra il 1912 e il 1932», quando Stati Uniti, Canada, Messico e Cuba sono schiacciati sotto il "tallone di ferro" di una dittatura protofascista e un manipolo di coraggiosi rivoluzionari tenta, invano, di rovesciarla. Il momento culminante è la carneficina della Comune di Chicago (episodio in cui confluiscono le suggestioni della rivoluzione russa del 1905 e del terremoto di San Francisco del 1906). Sopravvissuta alla prigione e al massacro, protetta da una nuova identità, Avis rievoca gli astratti furori di Everhard e la violenza perfettamente orchestrata dell'Oligarchia in maniera vivida, con una totale adesione sentimentale che - chiosa Meredith - «restituisce la percezione in diretta di quell'epoca terribile».
Capostipite dei grandi romanzi del Novecento utopico-distopici, Il Tallone di Ferro (1908) anticipa gli orrori dei totalitarismi che di lì a poco avrebbero segnato la storia mondiale, e se da un lato svela tutta l'ambiguità poetica del sogno socialista di Jack London, dall'altro è una lettura di notevole forza icastica, tuttora capace di lasciare senza fiato.



Questo romanzo fu pubblicato per la prima volta nel 1908 e si tratta di una storia ambientata un decennio dopo ma per le tematiche trattate sembra essere quasi profetica. Infatti preannuncia gli orrori dei grandi sistemi totalitari che sconvolgeranno il Novecento.

Le vicende vengono raccontate da Avis, una classica ragazza americana che ha vissuto circondata dal lusso senza preoccuparsi minimamente delle condizioni delle persone al di fuori dalla sua piccola realtà.
L’incontro con Ernest distruggerà ogni sua certezza. Lui è un fervente socialista pronto alla rivoluzione che la vita ha messo a dura prova, proviene infatti dai bassi fondi della società dove la sua famiglia è sempre stata sfruttata dai capitalisti.

Le idee di Ernest apriranno un mondo davanti Avis, lui la sfida esortandola a cercare la verità. Inizialmente è proprio questo che cercherà di fare, dimostrare ad Ernest che ha torto, che il mondo non è come lo dipinge lui. Conoscerà così Jackson, un uomo che ha perso un braccio per fare bene il suo lavoro e di come è stato licenziato perché ritenuto inutile. Si lancia così in una ricerca disperata della verità illudendosi che non è veramente così, che esiste una motivazione più profonda. Ma la conclusione a cui giungerà è che forse Ernest ha veramente ragione.
I discorsi che Ernest continua a tenere contro la chiesa, la stampa, la società non mettono in crisi solo Avie ma tutte quelle persone facoltose che incontra, il suo modo di parlare, le sue spiegazioni spingeranno molti a rivalutare le loro scelte andando contro alla loro società.


Il modo di pensare di Ernest l’attrae e la intriga, e attraverso le pagine del diario conosciamo l’evolversi di questo amore.

Ma la società capitalistica è sul punto di crollare bisogna decidere se continuare a vivere sotto la morsa dell’oligarchia o ribellarsi. E anche Avis deve prendere una decisione e un po’ per amore e un po’ per convinzione diventerà una rivoluzionaria pronta a rinunciare ai suoi agi pur di vedere trionfare la giustizia.

Essendo un romanzo di inizio Novecento mi aspettavo uno stile davvero pesante o difficile da leggere tipico dell'epoca, invece mi sono dovuta ricredere. Certo l’inizio non è dei più semplici ma appena si entra nel vivo della storia, le parole inizieranno a scorrere velocissime catapultandoci alla fine della storia senza preavviso. A mio parere la difficoltà di questo romanzo la si trova nella gran dose di termini politici e tipici del socialismo che adornano le pagine di quest'opera, infatti i discorsi pieni di termini complicati di Ernest riempiono pagine e pagine. Avendo studiato da poco il socialismo e il comunismo posso dire che sono tematiche molto complicate e penso che una persona che non sia mai entrata in contatto con queste ideologie e con i termini particolari, può essere confuso e trovare la lettura molto difficile ma la presenza di note molto dettagliate a fondo pagina possono aiutare molto.
  
Ho anche apprezzato tantissimo che la storia venisse narrata dal punto di vista di Avie, considerando il periodo storico in cui l’opera venne scritta, dove le donne dovevano lottare ancora molto per vedersi riconosciuto qualche diritto. Attraverso le pagine del diario vediamo evolvere questo personaggio arrivando a un punto in cui della giovane ragazza superficiale non è rimasto nulla. È diventata una Donna con la D maiuscola. Conosciamo la sua forza, la sua tenacia, il suo mettersi in gioco per i suoi ideali. 
Tutti i suoi personaggi vengono delineati alla perfezione con i giusti dettagli al punto da renderli reali.
Ma ciò che ho apprezzato moltissimo è stata l’ambientazione. London infatti la delinea con un perfetto mix di realtà e di immaginazione ma che per noi lettori del XXI secolo risulta così reale da mettere i brividi e farci riflettere.

London è stato un genio, quest’opera infatti con il senno di poi non ha nulla di distopico o fantascientifico ma risulta essere vera e reale, mostra le debolezze del genere umano e la sua brama di potere che conduce inevitabilmente a guerre, morti e molto dolore. 
È un libro in cui viene intrecciata la storia con la rivoluzione russa del 1905 e la catastrofe di San Francisco del 1906 alla filosofia politica. Attraverso le pagine di questo libro si nota una grande conoscenza da parte dell'autore dei temi trattati che vengono delineati con grande cura.

Il finale è stato una bomba, la scelta di chiudere così in medias res fa riflettere molto, certo da lettrice avrei voluto leggere e sapere di più ma l'ho trovata una decisione geniale. L'autore lascia infatti aperti molti interrogativi sul futuro, sulla società e perché no ci si può intravedere una piccola speranza.

Non mi sento di consigliare questo libro a tutti per le difficoltà che ho trovato ma penso che un amante del genere possa trovare molti spunti di riflessione e apprezzare fino in fondo la scrittura di questo autore.











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6 commenti:

  1. Non sono un'amante di Jack London, ma devo ammettere che sei riuscita a incuriosirmi

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  2. Gli anni in cui é ambientato e le vicende mi ispirano molto e dopo 1984, lo leggerò assolutamente!

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  3. Non so se potrebbe fare al caso mio però la tua recensione mi ha incuriosito tantissimo e credo che gli darò una possibilità!

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  4. Non ho mai letto nulla del genere e sembra davvero particolare e interessante e sopratutto sto cercando di approcciarmi a diversi generi quindi me lo segno!

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  5. Potrebbe essere adatto ai miei gusti ma non mi ha incuriosito in modo particolare

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