oggi vi parlo di una storia vera narrata attraverso le pagine di un diario. "Un litro di Lacrime" di Kitō Aya ci trasporta negli anni '80 in Giappone. Ringrazio la casa editrice Rizzoli per aver portato in Italia questo racconto.
Titolo: Un Litro di Lacrime
Autore: Kitō Aya
Editore: Rizzoli
Genere: Narrativa
Uscita: 1 ottobre 2019
Formato: Digitale/Cartaceo
Prezzo: Ebook 8,99 euro / Cartaceo 16,00 euro
Nel vasto mondo asiatico, il diario di Kito Aya ha conosciuto un successo inarrestabile: pubblicato sul finire degli anni Ottanta in Giappone, ha venduto oltre un milione di copie. Una platea affollata per il racconto in prima persona di una ragazzina quindicenne che ha ispirato e incantato un intero continente. Aya racconta dieci anni della propria vita, racconta l'adolescenza e l'inizio dell'età adulta, una vita come tante, ma senza prospettiva, un'esistenza minata dalla malattia, ecco la differenza. Ed è racchiusa qui la potenza di queste pagine: nella ribellione, nell'ironia, nella fragilità che si trasforma in forza, che fanno di Aya un simbolo, una figura di culto. Perché, al di là della sua particolare condizione, è riuscita a gridare con voce limpida cosa vuol dire diventare grandi, e a contare quante lacrime servono per affrontare le sconfitte.
"Un Litro di Lacrime" ci trascina nelle vicende di Kitō Aya, una bellissima ragazzina giapponese che alla tenera età di 14 anni si rende conto che qualcosa in lei non funziona più come dovrebbe. Il suo corpo è sempre più debole, è diventato instabile e le cadute sono sempre più frequenti, vede doppio e ha perso tanti chili in troppo poco tempo. Anche la mamma infermiera si è resa conto che qualcosa in lei che ha smesso di funzionare.
Il suo mondo sembra disintegrarsi sotto i piedi quando le viene diagnosticata una malattia, l'Atarassia Spinocerebellare (SCA) una malattia degenerativa di cui negli anni ottanta in Giappone non si conosceva ancora molto.
Dalla diagnosi la sua vita cambia drasticamente, nel giro di poco vede il suo corpo indebolirsi sempre di più diventando un peso per la sua famiglia.
Tutte le sensazioni che prova le descrive alla perfezione nel diario, le sue parure, le sue insicurezza e la sua voglia di non arrendersi.
Attraverso le pagine del suo diario accompagniamo Aya nel suo viaggio fino ai ventun anni, attraverso le pagine assistiamo al suo continuo peggioramento che in solo sette anni le hanno portato via così tanto rendendola impossibilitata a muoversi, parlare e scrivere.
Nonostante le continue vittorie della malattia, conosciamo la sua forza, la sua grinta e la sua speranza disposta a non arrendersi a quel mostro che la divora da dentro.
La vediamo piangere, arrabbiarsi e odiarsi.
È disposta a tutto pur di non pesare sulla sua famiglia, aiutarli come le è possibile e quando quel mostro la rende inutile si sente distrutta e persa.
Questa storia ci racconta di non arrenderci, di lottare sempre, Aya con la sua forza esorta tutti a non lasciarsi andare anche quando si tocca il fondo, di vivere ogni istante della propria vita perché basta un solo secondo per perdere tutto.
Aya è solo una bambina di quattordici anni che si dimostra più matura della sua età, accetta con consapevolezza il suo destino e non si lascia andare ma lotta fino in fondo.
Attraverso le sue parole conosciamo anche i suoi amici, i suoi professori che l'hanno spinta a vivere e la dottoressa Yamamoto Hiroko. Fondamentale per lei è stata la sua famiglia che le è rimasta accanto fino all'ultimo istante, che nonostante la distanza e i sacrifici ha lottato con Aya.
La mamma Kitō Shioka ha svolto un ruolo importantissimo nella vita della figlia che ha voluto ricordare e rendere immortale pubblicando il suo diario dopo la sua morte.
Essendo un diario a cui Aya affidava i suoi pensieri, lo stile è semplice e non sempre lineare, scritto di getto riesce a trasmettere alla perfezione le sensazioni che prova la nostra protagonista facendo venire i brividi al lettore. Le parole sono semplici così come anche i periodi, tipico di un diario scritto da un' adolescente e ciò permette di divorarlo in brevissimo tempo.
Ho apprezzato tantissimo la parte finale in cui la dottoressa Yamamoto e la madre hanno riportato la loro esperienza. La dottoressa spiega la malattia e descrive la forza di quella giovane paziente.
La mamma invece ha mostrato l'altro lato della sofferenza che comporta una malattia, le difficoltà che si creano in una famiglia e il loro sentirsi inutile per non poter alleggerire il dolore dei loro cari.
Ammetto che è difficile parlare di questo libro, è stata una lettura intensa e straziante, leggere la storia di Aya e la sua sofferenza mi ha fatto riflettere moltissimo spaccando il mio cuore.
Le lacrime erano costantemente sul punto di uscire non per la pena che ho provato ma per la forza che Aya ha avuto durante la sua lotta.
Questa storia merita di essere letta e apprezzata fino in fondo, lasciandovi trasportare nella vita di Kitō Aya.
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Ciao Marika, l'ho letto giusto il mese scorso, è stata una lettura davvero carina, commovente in alcuni punti e che sicuramente sa far riflettere :)
RispondiEliminaNon conoscevo questo volume, devo dire che mi hai incuriosito parecchio. Inserisco in WL.
RispondiEliminaLibro davvero interessante, che spero di poter leggere al più presto.
RispondiEliminaL'ho visto spesso su instagram (mi sa per un gruppo di lettura)
RispondiEliminaSembra molto carino da come ne parli, ma non ha conquistato appieno la mia curiosità quindi non penso che lo leggerò.
Avevo già visto il libro ma non sapevo il contenuto, mi attira molto
RispondiEliminaNe avevo già sentito parlare molto su instagram e devo assolutamente recuperarlo! Sarà una lettura difficil e straziante ma sono sicura anche molto bella!
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